ECFRASI. L'Aprile di Fontanesi alle Gallerie Maspes di Milano. Di Beniamino Vizzini

L'Aprile di Fontanesi
di Beniamino Vizzini

ANTONIO FONTANESI "Aprile (Rive del lago di Bourget)", 1864
olio su tela, cm 102 x 153, Collezione privata. 
Opera esposta in "L'Aprile di Fontanesi. La rivoluzione del paesaggio", mostra ideata da Francesco Luigi Maspes. A cura di Piergiorgio Dragone. Gallerie Maspes - Milano. 
L e Gallerie Maspes di Milano ospitano fin al 16 aprile 2016 un’esposizione dedicata ad una delle opere fondamentali nell’evoluzione di Antonio Fontanesi (Reggio Emilia, 1818 – Torino, 1882) e nella storia della pittura europea di paesaggio del XIX secolo, dal titolo: “Aprile. Sulle rive del lago di Bourget, in Savoia” del 1864.

Questo quadro, di medio-grandi dimensioni (cm 102 x 153), apre alla vista di un’estensione di spazio naturale, sereno ed intriso di sapienti contrasti di luci e d’ombre, costruito con colori smaglianti e pastosi quali un verde dominante sotto il sole, terra-ocra ed azzurro, entro uno schema triangolare formato da alberi, a destra del dipinto, alquanto frondosi mentre, a sinistra, s’ergono quasi nudi spogli tronchi, di cui uno spezza lo scorcio turchese del lago, interrotto dalla mole di un elevato rilievo erboso posto a chiudere l’orizzonte verso destra.

Tale spazio è tagliato trasversalmente da una diagonale lungo il cui asse vediamo predisposte delle figure, come il biancore eccentrico sul lago di una vela, che par ricongiungersi alla chiarità di lievi nubi fluttuanti nel vasto e profondissimo cielo, come il raggruppamento serrato di un gregge di pecore al pascolo, fermate proprio al centro dell’altipiano rappresentato e come, poco più discosti, investiti dalla luminosità del sole, i due fanciulli distesi sul prato, colti a godersi la magica plenitudine e pace di un simile momento. 

Aprile, un istante prezioso di primavera,
raccolto e salvato per sempre, dallo scrigno dell’arte di Fontanesi; tutto è calma, quiete, luce e riposo in quel quadro che staziona davanti a chi lo contempla con amore. 

Ed è la raffigurazione di uno stato contemplativo, originato dal sentimento panico della natura, ciò che traspare dalla posizione rilassata ed, insieme, assorta dei due fanciulli, uno supino, coi pantaloni rossi, abbandonato con le mani allacciate dietro la nuca e l’altro, coi pantaloni azzurri, volto alla superficie erbosa, perduto nei suoi vaghi e segreti pensieri; o ciò che consiglia la vela bianca sul lago, eternamente fissata contro un cielo perenne; o ciò che sembra ripetersi, forse con le stesse parole di Nietzsche, qualora ci arrestassimo ad osservare il gregge che occupa esattamente il luogo centrale della visione: “Osserva il gregge che ti pascola innanzi: esso non sa cosa sia ieri, cosa oggi, salta intorno, mangia, riposa, digerisce, torna a saltare, e così dall’alba al tramonto e di giorno in giorno, legato brevemente con il suo piacere e dolore, attaccato cioè al piuolo dell’istante, e perciò né triste né tediato". 

Ciò che qui vi si raffigura, dunque, con tratti di altissima poesia, non è che l’imperturbato silenzio ovvero la felicità, semplicemente, di essere e nient’altro, di giacere e di guardare tranquillamente il cielo.

Il testo di Beniamino Vizzini "Ecfrasi. L'Aprile di Fontanesi alle Gallerie Maspes di Milano" è stato pubblicato sulle pagine della rivista TRACCE CAHIERS D'ART, n. 24 - 2016

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